Operazione Drago

Operazione Drago

Con un sorprendente balzo1 del 3,2% il Pil cinese supera i 2,45 m e la crisi, lasciandosi alle spalle l’America e il down economico dovuto al coronavirus, reagendo ad una contrazione del 6,8%, massimo negativo storico da almeno metà degli anni 60.
Pechino incassa2 il 3,2% annuo e l'11,5% su base congiunturale: tra l’altro prima annata nella quale il Paese non ha fissato, in deroga a ogni tradizione, alcun obiettivo di Pil3.
Vedi, alle volte, la fortuna.


Post ripresa l'interscambio commerciale in dollari è tornato positivo a giugno rispetto a maggio, con l'export cresciuto dello 0,5% grazie alla domanda di dispositivi medici e di prodotti farmaceutici4 ed il Paese giallo per eccellenza ha altresì registrato una variazione dell’import in aumento del 2,7%, anche sulla scorta della richiesta di componenti dell'elettronica e materie prime5.
Non tutto oro è quel che luccica6: le borse non si sono allineate ai dati del Pil, subendo perdite gravi, specie nell’indice delle blue chip, il CSI7, tracollato del 4,8% prechiusura.
L'indice Composite di Shanghai cede il 2,25%, a 3.285,61 punti, l’indice di Shenzhen perde il 2,64%, a quota 2202.12, l’indice della mia mano è ancora attaccato.


«L'economia nazionale ha superato progressivamente l'impatto avverso della pandemia nella prima metà del 2020 e ha dimostrato un momento di crescita tonica e di graduale ripresa», ha commentato l'Istituto nazionale di statistica presentando i dati.
Il tutto verificatosi in un contesto nel quale il Dragone, già spossato dalla lotta con lo zio Sam incarnato in Trump8, è stato ulteriormente messo all’angolo dalla pandemia, con oltre 50 milioni di persone in quarantena e migliaia di fabbriche chiuse: le previsioni dei think thank diventano sempre più cupe.


Secondo Oxford Economics9, nel primo trimestre dell’anno il virus costerà alla seconda economia mondiale due punti percentuali di Pil, facendo deragliare la crescita complessiva 2020 al 5,4% (anziché il 6% previsto prima dell'epidemia).
Nel substrato produttivo, però, la catastrofe sarà avvertibile più in là, considerando come intere catene, specie nel settore della chimica e dell’automotive, mi riferisco a Toyota e General Motors, così come elettronica e tessile, ergo questo ingenererà un impatto a catena anche nel resto del mondo. Meglio della Sars.


Ah, come si rimpiange il passato, quando ci si divertiva, eh?


«Il Dragone rappresenta circa un terzo della crescita globale, con una quota percentuale superiore a quelle di Stati Uniti, Giappone ed Europa messe insieme» ha sottolineato Andy Rothman10, economista di Matthews Asia. E le dimensioni dell'economia cinese sono quadruplicate rispetto a 18 anni fa. Come calcolare l’impatto dell'epidemia sul Pil mondiale?
Pantheon11 Macroeconomics è partita proprio dalla Sars: allora quella forma di coronavirus aveva buttato giù la crescita trimestrale cinese di un punto percentuale (all’1,8% nel periodo aprile-giugno, contro il 2,8% stimato). A livello globale, secondo le stime di Cebr, il virus del 2003 bruciò da 30 a 100 miliardi di dollari, pari a un range compreso tra lo 0,08% e lo 0,25% del Pil mondiale.
Oggi, con l'economia cinese quadruplicata, il coronavirus potrebbe avere un impatto negativo sul Pil mondiale anche superiore all’1,8%, tarpando le ali a una crescita globale stimata per il 2020 al 2,9%. Sempre che non si riesca a trovare una cura in fretta, chiaramente.


E l'Italia?
In prognosi riservata, come al solito.


Quando l’economia mondiale ha un raffreddore, l’Italia12 rischia la polmonite13: le ricadute economiche saranno gravi, si pensi alla Germania, che ha un sistema economico basato sull’export.
E i cinesi sono i maggiori consumatori mondiali.
O almeno, lo erano prima di finire in quarantena.


I due settori del made in Italy che probabilmente soffriranno di più saranno turismo e lusso.
Il primo porta turisti ricchi.
Il secondo punta sul primo, praticamente.
Iniziamo dal turismo: proprio quest’anno si è celebrata l’apoteosi dei viaggiatori dell’ex Celeste Impero con 5,3 milioni di presenze.

In meno.
Perfetto.


Bernabò Bocca14, presidente di Federalberghi, asserisce di una perdita netta di mezzo milione di turisti cinesi.
Sarà l’anno con meno fotografie della storia, suppongo.
Il conto sarà molto salato anche per il lusso: gli acquisti del settore esentasse nel 2019 hanno come protagonisti proprio i cinesi (28%), per una spesa totale di 462 milioni di euro, oltre 300 euro al giorno, circa 1.500 euro a viaggio.


Portando indietro le lancette della storia, difficilmente si troverà un anno in cui il Pil mondiale si sarà così contratto. Dagli Stati Uniti al Giappone, passando dai paesi europei tutte le più grandi economie al mondo a fine anno registreranno una decrescita che, in alcuni casi, sarà addirittura a due cifre. In questo scenario solo la Cina, secondo le ultime stime, conoscerà un’espansione economica. Il tanto atteso sorpasso economico della Cina sugli Stati Uniti è dunque dietro l’angolo?
Zan Zan.


Con il coronavirus sotto controllo, Jp Morgan ha rivisto l’attesa di crescita del Pil cinese al 2,5% dal 1,3% di aprile15.


Proiezioni 2020 di contrazione del Pil. Fonte: Wsj
Proiezioni 2020 di contrazione del Pil. Fonte: Wsj

Dati incoraggianti16 che confermano la veloce ripresa economica della Cina, che al primo trimestre ha perso il 6,8% per recuperare il 3,2% nel secondo, arrivano dagli indici Pmi. Il National Bureau of Statistic ha annunciato che l’indice pmi non-manifatturiero ha subito un incremento fino a 55,2 in agosto dal 54,2 del mese precedente. Trainante è stato il settore dei servizi, il cui indice in un mese è cresciuto dal 53,1 al 54,3. Trend inverso per l’indice pmi manifatturiero, che è ad agosto è sceso dell’0,1, attestandosi a 51,0.



L’indice Pmi manifatturiero sviluppato da Caixin/Markit17 infine è salito in agosto a 53,1, contrariamente al 52,7 previsto dagli economisti. Si tratta secondo le due società dell’espansione mensile più veloce dal gennaio del 2011.


Una panoramica dunque molto positiva18, soprattutto alla luce della contrazione del commercio estero, su cui la Cina ha sempre fatto molto affidamento.
In questo scenario il catching-up, il raggiungimento economico della Cina sugli Stati Uniti, non è più un miraggio. Se è vero che non si tratta di giorni, il sorpasso si potrebbe verificare prima di quanto gli esperti pensino. Sebbene infatti ad oggi il Pil cinese aggiustato per l’inflazione si attesti al 70% di quello statunitense, se questi rapporti di crescita dovessero continuare nei prossimi anni, si potrebbe arrivare a fine decade con i due paesi molto vicini in termini di potenza economica.


Impatto del coronavirus sulla dinamica di crescita cinese. Fonte: Wsj
Impatto del coronavirus sulla dinamica di crescita cinese. Fonte: Wsj

Staremo a vedere. Il govelno cinese acconsente che si sappia solo ch-



Gianmario D’Amico




1) Fosbury, per la precisione.

2) Pechino alla cassa 4, volevo dire.

3) E i piani quinquennali muti.

4) Guarda tu il caso.

5) Non è Amazon, né Optimus.

6) Saranno anni che voglio aprire un paragrafo con un proverbio da vecchio.

7) Scena del crimine.

8) Grande cameo in “Mamma ho riperso l’aereo”, verrà ricordato per quello, ne sono certo.

9) Ma pure secondo me, ma resto umile e cito i dotti, però al bar la spaccio per mia visione illuminata.

10) Chi? Ah, quello delle sigarette.

11) Pantene, “I capelli non hanno genere”: non solo uno slogan, ma un gesto concreto per la bellezza inclusiva.

12) Con la sua imponente crescita zero

13) Per rimanere in tema.

14) Cavità corrispondente all'inizio del canale alimentare e, nei Vertebrati, insieme alle fosse nasali, all'inizio delle vie respiratorie.

15) Una crescita simile in Italia non si vede da vent’anni.

16) Quindi non parliamo della Quite Simple.

17) “Marchitt” in abruzzese sarebbe piccolo Marco.

18) Perdono per la parola, in questo periodo.

Categoria: News

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